[Ricerche]Moda maschile nella Rivoluzione francese

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Nei primi anni della Rivoluzione francese, tra il 1789 e il 1792 l'abbigliamento maschile presentava diverse linee di moda contemporanee.
L'abito assunse un significato politico dichiarato, e si avviò una serie di trasformazioni e invenzioni di colori, fogge, capi e accessori connotati di significato rivoluzionario o controrivoluzionario. Aboliti i privilegi e le differenziazioni di stato sociale, la Rivoluzione francese portò, accanto ad un generico principio di uguaglianza naturale di tutti gli uomini, anche una grande libertà vestimentaria, che a volte sfociò nel disordine, ma servì anche a definire le differenze individuali e la creazione del personaggio.

La moda rivoluzionaria

Di solito i giacobini e i sostenitori delle idee democratiche vestivano all'inglese, mentre i girondini e chi rimaneva fedele alla monarchia sceglieva la moda alla francese.
Il principio filosofico di uguaglianza si esprimeva con la semplicità dell'abito e la contrapposizione al lusso, tipicamente aristocratico e stava nella scelta di tessuti come cotone o lana, con colori sobri, uniti o con piccoli disegni. Vennero eliminati i ricami e le decorazioni sfarzose, mentre al tricorno si sostituì il cappello rotondo.
Ma non si trattava di una distinzione netta, poichè si volle mantenere il principio di libertà, inteso anche come rifiuto di regole imposte. Alcuni personaggi, ad esempio gli stessi capi rivoluzionari Danton e specialmente Robespierre, spesso amavano indossare i raffinati abiti francesi, pur senza gli apparati decorativi.  Robespierre manteneva uno stile molto elegante, affidando la testimonianza della sua fede morale alle sue azioni e al suo impegno politico. Danton mescolava abiti eleganti e colorati a dettagli popolari.
Marat invece si vestiva da popolano, spesso molto trasandato, identificando la sua immagine di 'amico del popolo' anche nelle occasioni pubbliche, con uno stile trasgressivo e provocatorio lontano da ogni convenzione sociale.

Lasciare il colore naturale dei capelli divenne un simbolo repubblicano, si cominciarono a portare i capelli più corti, finchè negli ultimi anni del secolo vennero introdotte le pettinature "à la Titus" e "à la Romaine" dal taglio corto e scoposto.
Poichè le fibbie erano simboli aristocratici, le scarpe vennero fermate con cordoni neri.
Molto importanti, in questo periodo, divennero i colori, soprattutto il tricolore francese: bianco, rosso e blu che divenne il simbolo della nuova Francia. Si diffusero quindi i nastri tricolore, le coccarde da portare sulla giacca, le stoffe a righe o con piccole fantasie tricolore, calzoni, marsine gilet, calze ecc. in tinta unita, ma da abbinare nei tre colori.
Addirittura la coccarda tricolore nel 1792 divenne obbligatoria per gli uomini e nel 1793 anche per le donne.
Immagine emblematica del costume tricolore francese è la divisa della Guardia Nazionale, disegnata da Lafayette, che presto divenne il modello per gli abiti di foggia militaresca. Infatti una delle linee di moda di questi anni, maschile, ma anche fenmminile, è quella  ispirata alle divise militari.

La moda neutrale
I giovani che non volevano schierarsi nè con i rivoluzionari nè con i monarchici scelsero un particolare tipo di abbigliamento chiamato demi-converti, che utilizzava capi e colori ben precisi e tessuti di un certo pregio.
Costoro portavano:
  • un soprabito rosso scarlatto abbinato ad altri capi tutti in nero:
  • un panciotto di seta,
  • pantaloni di cachemire,
  • calze,
  • fazzoletto
  • e anche uno dei due cordoncini con cui portavano gli orologi pendenti sull'addome.

La moda antirivoluzionaria
I monarchici e chi era contrario alla rivoluzione portava
  • un abito nero
  • e sotto un gilet giallo
  • e pantaloni verdi.
  • Poteva anche avere i capelli incipriati
  • e le fibbie sulle scarpe.
La parrucca, il codino e i nastri erano simboli reazionari, e l'uso della cipria era considerato "antisociale", poichè per realizzare la cipria veniva sprecata la farina, "sottraendola al popolo".
I moscardini
Nonostante il clima di insicurezza tipico del cosiddetto periodo del Terrore, qualcuno vestiva in modo stravagante e provocatorio.
Ad esempio i cosiddetti moscardini, erano i giovani antirivoluzionari che si esprimevano con atteggiamenti, modi di camminare e abbigliamento particolari. Camminavano in modo saltellante, e sceglievano atteggiamenti ricercati, portavano il frac con falde squadrate con colletto nero o verde, cravatta annodata e culottes aderenti lunghi fino al polpaccio. Per manifestare la loro solidarietà con le vittime della Rivoluzione, i capelli più corti sulla nuca e pendenti ai lati del viso erano un chiaro riferimento ai condannati alla ghigliottina, che venivano rapati prima dell'esecuzione. In testa avevano a volte un cappello alto, simile ad un cilindro. Al posto del bastone da passeggio portavano un manganello, che usavano all'occorrenza.

Il costume dei sanculotti
Nella fase più radicale della Rivoluzione, altra fonte di ispirazione per creare uno stile di abbigliamento rivoluzionario era rappresentata dalle 'divise' dei lavoratori. Il più rappresentativo di questi è lo stile dei sanculotti, un tipo di abbigliamento chiaramente ideologico e legato alla politica giacobina. Questa divisa era composta da capi appartenenti agli operai, ai marinai e ai contadini francesi.
Il costume sanculotto era composto da:
  • carmagnola, una giacca di taglio dritto e corta, portata dagli operai, 
  • il berretto frigio con la coccarda tricolore,
  • i pantaloni da marinaio lunghi e di taglio ampio con patta davanti e tre bottoni, sostenuti dalle bretelle,
  • un gilet
  • e gli zoccoli da contadino ai piedi.
  • A volte potevano indossare sopra una redingote scura con colletto a revers rosso.
  • Tra gli accessori si poteva trovare una pipa e un fazzoletto annodato al collo
Il nome sans-culottes, sembra indicare letteralmente: senza colettes, perchè i tipici pantaloni al ginocchio venivano portati soprattutto dai nobili, mentre gli uomini del popolo portavano i calzoni lunghi.
L'abbigliamento dei sanculotti però non divenne una moda, era soltanto il modo di vestire degli operai, ma venne usato, o dai rivoluzionari più radicali, o da chi voleva allontanare i sospetti controrivoluzionari.
Una delle immagini che hanno fatto giungere fino a noi il costume sanculotto è un ritratto del pittore Boilly all'attore Chenard  come sanculotto.
Dopo il 1792, caduta la monarchia, lo stile inglese rappresentava la moda più diffusa. Si portavano soprattutto abiti scuri, cappelli con calotta alta, bastoni da passeggio e stivali.

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[MAPPA] Rivoluzione Francese fase 4

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Mappa concettuale: Rivoluzione francese fase 4


[Ricerche] Le guerre di Vandea

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Le Guerre di Vandea

Le guerre di Vandea furono una serie di conflitti civili scoppiati al tempo della Rivoluzione francese, che videro la popolazione della Vandea e di altri dipartimenti vicini insorgere contro il governo rivoluzionario.
La prima guerra di Vandea e la seconda guerra di Vandea solitamente vengono accorpate in un unico periodo che va dal 1793 al 1796. L'insurrezione ebbe inizio nel marzo 1793, quando la Convenzione Nazionale ordinò la leva obbligatoria per 300.000 uomini da inviare al fronte e proseguì per i successivi tre anni, con brevi tregue durante le feste come il Natale e la Pasqua. La Guerra terminò con la vittoria degli insorti nella battaglia di Savenay. La repressione compiuta tra l'estate del 1793 e la primavera del 1794 ad opera delle truppe repubblicane, fu particolarmente feroce e costituirebbe, a giudizio di alcuni storici, il primo genocidio della storia contemporanea.
Peraltro, gruppi armati vandeani continuarono a combattere e una tregua vera e propria si ebbe solo nella primavera del 1795, con la pace di La Jaunaye. Nondimeno, lo stato insurrezionale rimase endemico nella regione e la rivolta si riaccese più volte negli anni seguenti, soprattutto nei momenti di crisi dei governi repubblicani e napoleonici. Il 24 giugno 1795 iniziò la seconda guerra di Vandea, che terminerà l'anno successivo.
La terza guerra di Vandea durò solo tre mesi, dal 26 ottobre al 17 dicembre 1799, terminando con l'armistizio di Pouancé: a causa dell'instabile situazione politica, la Francia non avrebbe potuto sostenere una nuova guerra civile e per questo motivo il nuovo governo francese preferì acconsentire alle richieste degli insorti, in modo da evitare il ritorno della monarchia, che in quel momento sembrava imminente.
La quarta guerra di Vandea iniziò nel marzo 1813, dopo la ritirata di Napoleone dalla Russia (1812) ed ebbe una pausa quando, a seguito della sconfitta dell'Imperatore a Lipsia (ottobre 1813), Luigi XVIII salì al trono, nell'aprile 1814. Dopo il ritorno al potere di Napoleone con i Cento Giorni la guerra riprese il 15 maggio 1815 e terminò il mese successivo quando, a seguito della battaglia di Waterloo, Luigi XVIII ritornò sul trono di Francia nel giugno 1815. Il Sovrano, in segno di riconoscenza, conferì il grado di generale dei granatieri reali (un corpo militare addetto alla protezione del re) al generalissimo dell'armata vandeana Louis de La Rochejaquelein e lo stesso fece con il suo successore Charles Sapinaud, che divenne generale e venne insignito del titolo di duca.

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[Ricerche] Assegnato

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Assegnato

L'assegnato è una moneta istituita durante la Rivoluzione francese.
Inizialmente era un titolo di prestito emesso dal Tesoro nel 1789, il cui valore era assegnato sui beni nazionali. Nel 1791divenne una moneta cartacea e le assemblee rivoluzionarie ne moltiplicarono le emissioni, causando una forte inflazione.
Il corso legale degli assegnati venne soppresso nel 1797.
Qualche mese dopo la Rivoluzione, le finanze dello Stato erano catastrofiche. Per risolvere questo problema, il deputato Talleyrand ebbe l'idea di confiscare i beni del clero. Così, il 2 novembre 1789 l'Assemblea nazionale costituente decise che tutti i beni del clero fossero «messi a disposizione della nazione». Questi beni furono da quel momento dei beni nazionali, destinati ad essere messi all'asta per riempire le casse dello Stato.
Questo apporto di patrimonio, valutato circa 3 miliardi di lire, fu una grande riserva che aiutò le finanze pubbliche. La messa in vendita fu affidata alla Cassa straordinaria, creata il 19 dicembre.
Si decise di creare, il giorno stesso della creazione della Cassa straordinaria, dei biglietti il cui valore era assegnato sui beni del clero: era nato l'assegnato.
Poiché era impossibile vendere tutti insieme i beni del clero, furono emessi dei biglietti che rappresentavano il valore di questi beni. Chiunque desiderava comprare dei beni nazionali doveva farlo attraverso gli assegnati. Bisognava quindi che si comprassero degli assegnati dallo Stato e così lo Stato veniva in possesso di moneta. Una volta effettuata la vendita, gli assegnati, ritornati nelle mani dello Stato, dovevano essere distrutti. Così lo Stato veniva in possesso della moneta prima ancora di vendere i beni.
Alcuni deputati come lo stesso Talleyrand,Condorcet o anche Du Pont de Nemours erano assolutamente contrari. Secondo loro la grande debolezza dell'assegnato era che ci sarebbero stati più assegnati in circolazione rispetto al valore dei beni nazionali. Un altro punto era la facilità di falsificazione con le tecnologie dell'epoca. C'era dunque un forte rischio di trovare in circolazione una quantità di assegnati nettamente superiore a quelli che ci sarebbero dovuti essere. In quel caso gli assegnati non sarebbero più valsi nulla.
Il 17 aprile l'assegnato fu trasformato in carta-moneta e lo Stato lo utilizzò per tutte le sue spese correnti. La situazione si complicò. Lo Stato non distrusse gli assegnati che gli ritornavano, peggio, stampò più assegnati del valore reale dei beni nazionali. Jacques Necker allora Ministro delle Finanze, essendo contrario alla trasformazione degli assegnati in carta-moneta, si dimise in settembre. L'assegnato continuò a perdere valore: nel periodo dal 1790 al 1793 gli assegnati persero il 60% del loro valore. Molti si arricchirono enormemente ed acquistarono grandi terreni e fabbricati per somme irrisorie rispetto al loro valore reale.
L'Inghilterra, che era allora il più grande nemico della Francia, iniziò a produrre dei falsi assegnati per accelerare la crisi economica della Francia.
Per decisione del Direttorio, l'assegnato fu finalmente abbandonato quando, il 19 febbraio 1796 in forma pubblica in furono bruciate le tavole con i biglietti, i punzoni, le matrici e i timbri usati per stamparli.

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[S.Personaggi] Robespierre

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Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre (detto l'Incorruttibile)

Nascita: Arras, 6 maggio 1758
Morte: Parigi, 28 luglio 1794
Titolo di studio: Laurea in Diritto.
Orientamento politico: appartenne alla coalizione dei Montagnardi, una fazione dei Giacobini più incline alle idee rivoluzionarie di Repubblica e Democcrazia.
Professione e cariche: Prima di diventare politico a tempo pieno fu un telentuoso avvocato proveniente dalla provincia.
 Inizialmente deputato dell'Assemblea Nazionale prima e della Convenzione poi, dal 5 aprile del 1794 ricoprì la carica di "Presidente del Comitato di salute pubblica della Prima Repubblica Francese", carica ricoperta fino alla sua caduta, vale a dire il 27 luglio dello stesso anno.

Vita in breve: Nel 1789 è eletto Deputato agli Stati Generali; i suoi progetti di una democrazia radicale - suffragio universale e diretto, istruzione gratuita e obbligatoria, istituzione di una tassa sulle rendite, sovvenzione pubblica per i disoccupati, ecc. - trovano luogo politico nel Club dei Giacobini, di cui Robespierre diventa presidente nel 1790. Quest'uomo schivo, che si dedica alla Rivoluzione come a una missione, abnegando ad essa la sua vita personale, è uno dei principali animatori dell'insurrezione del luglio 1791, durante la quale viene acclamato dal popolo come "l'incorruttibile" difensore del popolo. Nonostante la sua radicalità, Robespierre rivela doti di lucidità e lungimiranza denunciando da subito i rischi della guerra contro l'Europa che, dice, non potrà che concludersi con una disfatta e con l'avvento di un dittatore. Dirige il processo a Luigi XVI, spinge alla rovina i Girondini e diviene, entrando nel Comitato di Salute Pubblica nel luglio del 1793, il capo della dittatura rivoluzionaria montagnarda. Robespierre è il principale responsabile del periodo detto "del Grande Terrore": in risposta alla minaccia da parte delle coalizioni antifrancesi europee e alle controrivoluzioni interne cominciate dalla Vandea, egli organizza un sistema di controllo e di repressione violenta. Sbarazzatosi dei “moderati” e degli “indulgenti”, Robespierre esercita una sorta di dittatura. Oltre ad approvare, insieme a Saint Just, un decreto di ridistribuzione delle ricchezze in senso egualitario, instaura la "democrazia etica": nei suoi discorsi del 7 febbraio e dell'8 maggio 1794, egli dichiara che principio del governo è la volontà generale, fondata sulla virtù e difesa col ricorso alla ghigliottina; e dà il via al "nuovo culto", una serie di cerimonie che mescolano idee religiose e idee nazionalistiche. Alla Convenzione del 27 luglio, Girondini e Montagnardi si alleano contro il "tiranno". Fatto prigioniero, Robespierre è salvato da un'insurrezione della Comune in sua difesa . Il 28 luglio viene ghigliottinato sulla Piazza della Rivoluzione insieme a suo fratello, a Saint Just e a diciotto amici. Settanta altri robespierristi saranno giustiziati il giorno dopo.

Frasi celebri: Popolo, ricordati che se nella Repubblica la giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!
Voglio essere povero per non essere infelice.

[Ricerche] Il calendario della rivoluzione francese

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Il calendario della rivoluzione francese

Il calendario fu integralmente riformato soprattutto in contrapposizione con il Cristianesimo.
Infatti i rivoluzionari francesi ritenevano la religione cattolica superstiziosa, tirannica.
Il calendario rivoluzionario avrebbe nelle intenzioni voluto esaltare invece quei valori cui ogni essere umano avrebbe dovuto aspirare, come la natura e la libertà.
Un anno del Calendario Rivoluzionario era diviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno (360 giorni) più 5 (6 negli anni bisestili) aggiunti alla fine dell'anno per pareggiare il conto con l'anno tropico (. Ciascun mese era diviso in tre decadi; in ciascuna decade vi erano 8 giorni e mezzo di lavoro e uno e mezzo solo di riposo assicurato (il pomeriggio del quintidì e il decadì). Il passaggio da un sistema settimanale ad uno decadico aveva come conseguenza negativa per i lavoratori la riduzione da 52 a 36 dei giorni di riposo, senza contare che la soppressione delle feste religiose portava ad un'ulteriore significativa riduzione dei giorni di riposo annuale.
Ogni nome di mese richiama un aspetto del clima francese o di momenti importanti della vita contadina francese. Di fatto il Calendario, che nel progetto dei suoi creatori doveva essere universale, era invece fortemente legato al suo Paese d'origine. Ogni mese era accompagnato dal disegno di una figura femminile con intento allegorico.
La corrispondenza di date è appresso riportata a titolo indicativo. In effetti varia leggermente da un anno all'altro, a causa della mancata coincidenza del giorno in più nell'anno bisestile.

I dodici mesi:
§  Autunno (Rima in aire in francese, in aio in italiano)
§  Vendemmiaio (Vendémiaire) (22 settembre – 21 ottobre)
§  Brumaio (Brumaire) (22 ottobre – 20 novembre)
§  Frimaio (Frimaire) (21 novembre – 20 dicembre)
§  Inverno (Rima in ôse in francese, in oso in italiano)
§  Nevoso (Nivôse) (21 dicembre – 19 gennaio)
§  Piovoso (Pluviôse) (20 gennaio – 18 febbraio)
§  Ventoso (Ventôse) (19 febbraio – 20 marzo)
§  Primavera (Rima in al in francese, in ile in italiano)
§  Germile o Germinale (Germinal) (21 marzo – 19 aprile)
§  Fiorile o Floreale (Floréal) (20 aprile – 19 maggio)
§  Pratile (Prairial) (20 maggio – 18 giugno)
§  Estate (Rima in idor in francese, in idoro in italiano)
§  Messidoro (Messidor) (19 giugno – 18 luglio)
§  Termidoro (Thermidor) (19 luglio – 17 agosto)
§  Fruttidoro (Fructidor) (18 agosto – 16 settembre)
I sei giorni supplementari di fine anno, i Giorni Sanculottidi:
§  Giorno della rivoluzione (solo negli anni bisestili)
I dieci giorni delle decadi:
§  Primidì
§  Duodì
§  Tridì
§  Quartidì
§  Quintidì
§  Sestidì
§  Settidì
§  Ottidì
§  Nonidì
§  Decadì

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[Ricerche] Il tricolore francese

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Il tricolore francese

Emblema nazionale della Quinta Repubblica, la bandiera è nata dall'unione, sotto la Rivoluzione francese, dei colori del re (bianco) e della città di Parigi (blu e rosso).
Nei primi anni della rivoluzione francese, i tre colori sono stati usati per la prima volta nella forma di una coccarda. Nel luglio 1789, poco prima della presa della Bastiglia una grande agitazione regna a Parigi. Una milizia è stata costituita, essa porta un segno distintivo, una coccarda a due colori composta dagli antichi colori di Parigi: il blu e il rosso. Il 17 luglio, Luigi XVI si recò a Parigi per incontrare la nuova Guardia nazionale. Essa indossava una coccarda blu e rossa, alla quale sembra che il Marchese di Lafayette, comandante della Guardia, avesse fatto aggiungere il reale bianco.
Durante la Prima Repubblica francese, la legge del 15 febbraio 1794 rende la bandiera tricolore il vessillo nazionale, con l'indicazione, sulla base delle raccomandazioni del pittore Jacques Louis David, del fatto che il blu deve essere collegato all'hampe (la configurazione originale prevedeva il rosso sul lato dell'asta).
Il XIX secolo ha visto l'avvicendarsi del bianco reale ai tre colori ereditati dalla Rivoluzione francese. La bandiera bianca è stata usata durante Restaurazione francese: il Tricolore venne rimpiazzato dallo stendardo reale, bianco con i gigli, in uso prima della rivoluzione; ma Luigi Filippo di Francia, il "re-cittadino", ripristina la bandiera tricolore e impone il superamento del gallo gallico.
Durante la Rivoluzione del 1848, se la bandiera è stata adottata dal governo provvisorio, la bandiera rossa fu sventolata dal popolo sulle barricate come un segno di rivolta.
Sotto la Terza Repubblica, progressivamente ci fu consenso intorno ai tre colori. A partire dal 1880, le bandiere di rinuncia agli eserciti durante la celebrazione del 14 luglio è un grande momento di esaltazione del sentimento patriottico. 

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