[Ricerche] Le guerre di Vandea
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Le Guerre di Vandea
Le guerre di Vandea furono una serie
di conflitti civili
scoppiati al tempo della Rivoluzione francese,
che videro la popolazione della Vandea e di altri dipartimenti vicini insorgere contro il
governo rivoluzionario.
La prima guerra di Vandea e la seconda
guerra di Vandea solitamente vengono accorpate in un unico periodo che va
dal 1793 al 1796. L'insurrezione ebbe inizio nel marzo 1793, quando la Convenzione Nazionale
ordinò la leva obbligatoria per 300.000 uomini da inviare al fronte e proseguì
per i successivi tre anni, con brevi tregue durante le feste come il Natale e la Pasqua. La Guerra terminò con la vittoria degli
insorti nella battaglia di Savenay.
La repressione compiuta tra l'estate del 1793 e la primavera del 1794 ad opera delle truppe repubblicane, fu
particolarmente feroce e costituirebbe, a giudizio di alcuni storici, il primo genocidio della storia contemporanea.
Peraltro, gruppi armati vandeani continuarono
a combattere e una tregua vera e propria si ebbe solo nella primavera del 1795, con la pace di La Jaunaye.
Nondimeno, lo stato insurrezionale rimase endemico nella regione e la rivolta
si riaccese più volte negli anni seguenti, soprattutto nei momenti di crisi dei
governi repubblicani e napoleonici. Il 24
giugno 1795 iniziò la seconda guerra di Vandea, che
terminerà l'anno successivo.
La terza guerra di Vandea durò solo
tre mesi, dal 26 ottobre al 17
dicembre 1799, terminando con l'armistizio di Pouancé: a causa dell'instabile situazione politica,
la Francia non avrebbe potuto sostenere una nuova guerra civile e per questo
motivo il nuovo governo francese preferì acconsentire alle richieste degli
insorti, in modo da evitare il ritorno della monarchia, che in quel momento
sembrava imminente.
La quarta guerra di Vandea iniziò nel marzo 1813, dopo la ritirata di Napoleone dalla Russia (1812) ed ebbe una pausa quando, a seguito della
sconfitta dell'Imperatore a Lipsia (ottobre 1813), Luigi XVIII salì al trono, nell'aprile 1814. Dopo il ritorno al potere di Napoleone con
i Cento Giorni la guerra riprese il 15
maggio 1815 e terminò il mese successivo quando, a
seguito della battaglia di Waterloo,
Luigi XVIII ritornò sul trono di Francia nel giugno 1815. Il Sovrano, in segno di riconoscenza,
conferì il grado di generale dei granatieri reali (un corpo militare addetto
alla protezione del re) al generalissimo dell'armata vandeana Louis de La Rochejaquelein e lo stesso fece con il suo successore Charles
Sapinaud, che divenne generale e venne
insignito del titolo di duca.
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[Ricerche] Assegnato
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Assegnato
Inizialmente era un titolo di prestito emesso dal Tesoro nel 1789, il
cui valore era assegnato sui beni nazionali. Nel 1791divenne
una moneta cartacea e le assemblee rivoluzionarie ne moltiplicarono le
emissioni, causando una forte inflazione.
Qualche mese dopo la Rivoluzione, le finanze dello
Stato erano catastrofiche. Per risolvere questo problema, il deputato Talleyrand ebbe
l'idea di confiscare i beni del clero. Così,
il 2 novembre 1789 l'Assemblea nazionale costituente decise che tutti i beni del clero fossero «messi
a disposizione della nazione». Questi beni furono da quel momento dei beni
nazionali, destinati ad essere messi all'asta per riempire le casse dello
Stato.
Questo apporto di patrimonio, valutato circa 3
miliardi di lire, fu una grande riserva che aiutò le finanze
pubbliche. La messa in vendita fu affidata alla Cassa straordinaria, creata il 19 dicembre.
Si decise di creare, il giorno stesso della creazione
della Cassa straordinaria, dei biglietti il cui valore era assegnato sui beni
del clero: era nato l'assegnato.
Poiché era impossibile vendere tutti insieme i beni
del clero, furono emessi dei biglietti che rappresentavano il valore di questi
beni. Chiunque desiderava comprare dei beni nazionali doveva farlo attraverso
gli assegnati. Bisognava quindi che si comprassero degli assegnati dallo Stato
e così lo Stato veniva in possesso di moneta. Una volta effettuata la vendita,
gli assegnati, ritornati nelle mani dello Stato, dovevano essere distrutti.
Così lo Stato veniva in possesso della moneta prima ancora di vendere i beni.
Alcuni deputati come lo stesso Talleyrand,Condorcet o
anche Du Pont de Nemours erano
assolutamente contrari. Secondo loro la grande debolezza dell'assegnato era che
ci sarebbero stati più assegnati in circolazione rispetto al valore dei beni
nazionali. Un altro punto era la facilità di falsificazione con le tecnologie
dell'epoca. C'era dunque un forte rischio di trovare in circolazione una
quantità di assegnati nettamente superiore a quelli che ci sarebbero dovuti
essere. In quel caso gli assegnati non sarebbero più valsi nulla.
Il 17 aprile l'assegnato fu trasformato in
carta-moneta e lo Stato lo utilizzò per tutte le sue spese correnti. La
situazione si complicò. Lo Stato non distrusse gli assegnati che gli
ritornavano, peggio, stampò più assegnati del valore reale dei beni nazionali. Jacques Necker allora
Ministro delle Finanze, essendo contrario alla trasformazione degli assegnati
in carta-moneta, si dimise in settembre. L'assegnato continuò a perdere valore:
nel periodo dal 1790 al 1793 gli assegnati persero il 60% del loro valore. Molti
si arricchirono enormemente ed acquistarono grandi terreni e fabbricati per
somme irrisorie rispetto al loro valore reale.
L'Inghilterra, che era allora il più grande nemico
della Francia, iniziò a produrre dei falsi assegnati per accelerare la crisi
economica della Francia.
Per decisione del Direttorio,
l'assegnato fu finalmente abbandonato quando, il 19 febbraio 1796 in forma
pubblica in furono bruciate le tavole con i biglietti, i punzoni, le
matrici e i timbri usati per stamparli.
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[S.Personaggi] Robespierre
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Maximilien-François-Marie-Isidore
de Robespierre (detto l'Incorruttibile)
Nascita:
Arras,
6 maggio 1758
Morte:
Parigi,
28 luglio 1794
Titolo
di studio: Laurea in Diritto.
Orientamento
politico: appartenne alla coalizione dei Montagnardi, una
fazione dei Giacobini più incline alle idee rivoluzionarie di Repubblica e
Democcrazia.
Professione
e cariche: Prima di diventare politico a tempo pieno fu un
telentuoso avvocato proveniente dalla provincia.
Inizialmente
deputato dell'Assemblea Nazionale prima e della Convenzione poi, dal 5 aprile
del 1794 ricoprì la carica di "Presidente del Comitato di salute pubblica
della Prima Repubblica Francese", carica ricoperta fino alla sua caduta,
vale a dire il 27 luglio dello stesso anno.
Vita
in breve: Nel 1789 è eletto Deputato agli Stati Generali; i
suoi progetti di una democrazia radicale - suffragio universale e diretto,
istruzione gratuita e obbligatoria, istituzione di una tassa sulle rendite,
sovvenzione pubblica per i disoccupati, ecc. - trovano luogo politico nel Club
dei Giacobini, di cui Robespierre diventa presidente nel 1790. Quest'uomo
schivo, che si dedica alla Rivoluzione come a una missione, abnegando ad essa
la sua vita personale, è uno dei principali animatori dell'insurrezione del
luglio 1791, durante la quale viene acclamato dal popolo come
"l'incorruttibile" difensore del popolo. Nonostante la sua radicalità,
Robespierre rivela doti di lucidità e lungimiranza denunciando da subito i
rischi della guerra contro l'Europa che, dice, non potrà che concludersi con
una disfatta e con l'avvento di un dittatore. Dirige il processo a Luigi XVI,
spinge alla rovina i Girondini e diviene, entrando nel Comitato di Salute
Pubblica nel luglio del 1793, il capo della dittatura rivoluzionaria
montagnarda. Robespierre è il principale responsabile del periodo detto
"del Grande Terrore": in risposta alla minaccia da parte delle coalizioni
antifrancesi europee e alle controrivoluzioni interne cominciate dalla Vandea,
egli organizza un sistema di controllo e di repressione violenta. Sbarazzatosi
dei “moderati” e degli “indulgenti”, Robespierre esercita una sorta di
dittatura. Oltre ad approvare, insieme a Saint Just, un decreto di
ridistribuzione delle ricchezze in senso egualitario, instaura la
"democrazia etica": nei suoi discorsi del 7 febbraio e dell'8 maggio
1794, egli dichiara che principio del governo è la volontà generale, fondata
sulla virtù e difesa col ricorso alla ghigliottina; e dà il via al "nuovo
culto", una serie di cerimonie che mescolano idee religiose e idee
nazionalistiche. Alla Convenzione del 27 luglio, Girondini e Montagnardi si
alleano contro il "tiranno". Fatto prigioniero, Robespierre è salvato
da un'insurrezione della Comune in sua difesa . Il 28 luglio viene
ghigliottinato sulla Piazza della Rivoluzione insieme a suo fratello, a Saint
Just e a diciotto amici. Settanta altri robespierristi saranno giustiziati il giorno
dopo.
Frasi
celebri: Popolo, ricordati che se nella Repubblica la
giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!
Voglio essere povero per non essere infelice.
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[Ricerche] Il calendario della rivoluzione francese
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Il
calendario della rivoluzione francese
Il calendario fu
integralmente riformato soprattutto in contrapposizione con il Cristianesimo.
Infatti i
rivoluzionari francesi ritenevano la religione cattolica superstiziosa,
tirannica.
Il calendario
rivoluzionario avrebbe nelle intenzioni voluto esaltare invece quei valori cui
ogni essere umano avrebbe dovuto aspirare, come la natura e la libertà.
Un anno del Calendario Rivoluzionario era diviso in 12
mesi di 30 giorni ciascuno (360 giorni) più 5 (6 negli anni bisestili) aggiunti
alla fine dell'anno per pareggiare il conto con l'anno tropico (.
Ciascun mese era diviso in tre decadi; in ciascuna decade vi erano 8 giorni e mezzo
di lavoro e uno e mezzo solo di riposo assicurato (il pomeriggio del quintidì e
il decadì). Il passaggio da un sistema settimanale ad uno decadico aveva come
conseguenza negativa per i lavoratori la riduzione da 52 a 36 dei giorni di
riposo, senza contare che la soppressione delle feste religiose portava ad
un'ulteriore significativa riduzione dei giorni di riposo annuale.
Ogni nome di mese richiama un aspetto del clima
francese o di momenti importanti della vita contadina francese. Di fatto il
Calendario, che nel progetto dei suoi creatori doveva essere universale, era
invece fortemente legato al suo Paese d'origine. Ogni mese era accompagnato dal
disegno di una figura femminile con intento allegorico.
La corrispondenza di date è appresso riportata a
titolo indicativo. In effetti varia leggermente da un anno all'altro, a causa
della mancata coincidenza del giorno in più nell'anno bisestile.
I dodici mesi:
I sei giorni supplementari di fine anno, i Giorni
Sanculottidi:
§
Giorno della rivoluzione (solo
negli anni bisestili)
I dieci giorni delle decadi:
§
Primidì
§
Duodì
§
Tridì
§
Quartidì
§
Quintidì
§
Sestidì
§
Settidì
§
Ottidì
§
Nonidì
§
Decadì
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[Ricerche] Il tricolore francese
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Il
tricolore francese
Emblema nazionale della Quinta Repubblica, la bandiera è nata dall'unione, sotto la Rivoluzione francese, dei colori del re (bianco) e della città di Parigi (blu e
rosso).
Nei primi anni della rivoluzione francese, i tre colori sono
stati usati per la prima volta nella forma di una coccarda. Nel luglio 1789, poco prima della presa della Bastiglia una grande agitazione regna a Parigi. Una milizia è
stata costituita, essa porta un segno distintivo, una coccarda a due colori
composta dagli antichi colori di Parigi: il blu e il rosso.
Il 17 luglio, Luigi XVI si recò a Parigi per incontrare la nuova Guardia nazionale. Essa indossava una
coccarda blu e rossa, alla quale sembra che il Marchese di Lafayette, comandante della
Guardia, avesse fatto aggiungere il reale bianco.
Durante la Prima Repubblica francese, la legge del 15 febbraio 1794 rende la bandiera tricolore il
vessillo nazionale, con l'indicazione, sulla base delle raccomandazioni del
pittore Jacques Louis David, del fatto che il blu
deve essere collegato all'hampe (la
configurazione originale prevedeva il rosso sul lato dell'asta).
Il XIX secolo ha visto l'avvicendarsi del bianco reale ai tre colori ereditati dalla Rivoluzione francese. La bandiera bianca è stata usata durante Restaurazione francese: il Tricolore venne rimpiazzato dallo stendardo
reale, bianco con i gigli, in uso prima della rivoluzione; ma Luigi Filippo di Francia, il
"re-cittadino", ripristina la bandiera tricolore e impone il
superamento del gallo gallico.
Durante la Rivoluzione del 1848, se la bandiera è
stata adottata dal governo provvisorio, la bandiera rossa fu sventolata dal
popolo sulle barricate come un segno di rivolta.
Sotto la Terza
Repubblica, progressivamente ci fu consenso intorno ai tre colori. A
partire dal 1880, le bandiere di
rinuncia agli eserciti durante la celebrazione del 14 luglio è un grande
momento di esaltazione del sentimento patriottico.
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[Ricerche] Albero della libertà
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Albero
della libertà
Durante la rivoluzione francese i repubblicani piantarono il primo
albero della libertà nel 1790 a Parigi.
Gli alberi della libertà vennero successivamente piantati in ogni
municipio di Francia e anche in Svizzera e in Italia. Generalmente gli
alberi della libertà erano piantati nella piazza principale della città. Molti
di questi alberi furono sradicati una volta passato il periodo rivoluzionario.
Tuttavia, pochissimi sono ancora presenti.
Un decreto della Convenzione del 1792 ne regolava l'uso e l'addobbo:
l'albero della libertà, che di fatto era un palo, era sormontato dal berretto
frigio rosso e adorno
di bandiere. Veniva usato per cerimonie civili: giuramento dei magistrati, falò
di diplomi nobiliari e anche per festeggiamenti rivoluzionari come la danza
della Carmagnola.
Aforisma di Thomas Jefferson:
L'albero
della libertà deve essere rinvigorito di tanto in tanto con il sangue dei
patrioti e dei tiranni. Esso ne rappresenta il concime naturale.
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